Centro Alberto Manzi

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Gugù – Scuola comunitaria tra un megafono e una finestra
Proposte Lavoro a Casa
1221 Views

23 Aprile 2020

A che serviva un fiore?

Questa era la pazzia del vecchio Gugù. Ognuno prendeva il fiore per farlo contento. Ma non riusciva più a gettarlo, nemmeno quando appassiva. O in tasca, o sotto la maglietta, quei petali secchi erano tenuti come oggetti preziosi.

Alberto Manzi

Gugù è un personaggio letterario di Alberto Manzi, vive in una favelas sudamericana, è un maestro un po’ matto che lavora con i bambini di strada e usa i muri per fare scuola. Perché si può fare scuola in ogni tempo e contesto, anche ai tempi del Covid-19 e della quarantena. Dall’esperienza lucida e divergente del famoso maestro di Non è mai troppo tardi, nasce in un quartiere multietnico di Rimini una scuola comunitaria, al megafono. Ogni giorno, per 50 giorni, a partire da sabato 25 aprile, grazie agli altoparlanti del ristorante del quartiere (Artrov) alle 13 viene mandata in onda una traccia audio composta dalle voci dei bambini, delle bambine, delle maestre dell’Istituto Comprensivo Centro Storico e degli operatori del progetto E se diventi farfalla, progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Giorno dopo giorno, le tracce saranno composte anche da piccoli indovinelli, inizi di filastrocche da mandare a memoria, osservazioni del cielo per micro progetti di scienze, ma anche dalla voce della Preside e del Sindaco di Rimini. Le tracce audio nello spazio pubblico saranno in dialogo virtuale anche con le piattaforme classroom: i bambini potranno proseguire le attività lanciate “on-air”, discuterle con le maestre e tra compagni. E anche proporne di nuove: i genitori saranno invitati a usare un numero di whatsapp per brevi messaggi vocali (massimo 15 parole) in cui i bambini e le bambine della scuola dell’infanzia e della scuola primaria potranno raccontare qualsiasi cosa vorranno.  

La cura delle tracce audio è di Elisabetta Garilli, affermata musicista e esperta di musica per l’infanzia, Premio Rodari nel 2018 nella sezione “fiabe e filastrocche”. Alle 13 di ogni giorno le finestre delle case saranno aperte e le voci dei bambini entreranno nelle stanze. La nonna che prepara il pasto, il papà affacciato al terrazzo, i bambini “con le gambe spenzoloni” (giocano anche così) saranno lì insieme a vivere qualcosa che sta tra una scuola comunitaria e un’installazione di arte sonora partecipata.

La traccia della prima giornata

Gli audio di tutte le altre giornate li puoi trovare in questa pagina.

Tonino Guerra scriveva che l’aria diventa più chiara quando ridi: questo progetto porterà la scuola in volo a bambini e famiglie. E si sorriderà insieme grazie alle filastrocche cantate e narrate da Alessia Canducci.


L’ideazione del progetto è di Alessandra Falconi, responsabile del Centro Alberto Manzi, Centro Zaffiria e del progetto E se diventi farfalla che coinvolge nove regioni italiane. È realizzato con la scuola dell’infanzia Gambalunga e della scuola elementare Ferrari, Istituto Comprensivo Centro Storico, con il Comune di Rimini e reso possibile dal ristoratore Artrov che ha messo a disposizione gratuitamente il suo impianto audio per tutto il tempo necessario.

La presentazione del progetto ai microfoni di Caterpillar (Radio2)


Il progetto E se diventi farfalla è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e cul- turale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org

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QRstories per giocare nel week end
Proposte Lavoro a Casa
1487 Views

17 Aprile 2020

QRstories per giocare nel week-end

Alberto Manzi amava fare degli scarabocchi per sfidare i bambini a tirarne fuori, con il disegno, qualcosa di sensato.

Gianni Rodari proponeva l’insalata di storie.

Bruno Munari avrebbe chiesto “cosa ti viene in mente?”

Mettiamoli insieme e proviamo a proporre una esplorazione tra tecnologia e narrazione.

Partiamo da alcuni QR Code per scoprire quali scritture possiamo nasconderci dentro.

In classe, li abbiamo stampati per gli studenti che in piccolo gruppo hanno provato ad aprirli (qui trovate il pdf).

Se leggi questa pagina da un computer, puoi inquadrare uno dei QR Code con la fotocamera del tuo cellulare:

Se invece ci stai leggendo con un tablet o un cellulare puoi semplicemente cliccare su questi link:

  • Frammento 1
  • Frammento 2
  • Frammento 3

Una volta aperta l’immagine, appoggiate il cellulare/tablet su un foglio o su un quaderno: osservate bene i bordi, tutte le linee che finiscono possono essere proseguite sul foglio, con un colore. Come in questi esempi:

Ogni QR Code nasconde il dettaglio di una illustrazione di Walid Taher, artista egiziano.

I bambini possono finire l’opera occupando lo spazio sul foglio e creando una relazione tra immagine digitale e analogica.

Cosa succede nell’illustrazione? Possiamo raccontare una storia? Immaginiamo di essere a pag. 42 di un libro e ci troviamo questa illustrazione: cosa ci suggerisce a livello narrativo?

Se i bambini non si stancano potranno disegnare usando anche gli altri QRcode. Sarà interessante vedere come ogni bambino e bambina li ha interpretati in modo diverso, osservare come dallo stesso dettaglio digitale siano nate illustrazioni e storie diverse.

Possiamo metterle insieme? Possiamo trovare un filo conduttore?

Potete anche realizzare voi dei QR Code con delle immagini parziali usando, ad esempio, il sito it.qr-code-generator.com


L’itinerario didattico completo sperimentato nelle scuole lo trovi a pagina 142 di Un toolkit per progettare e realizzare Atelier digitali


Questa risorsa è disponibile anche in versione PDF scaricabile.

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Con il naso all’insù
Proposte Lavoro a Casa
2905 Views

3 Aprile 2020

Ognuno di noi, probabilmente, ha un piccolo scrigno di immagini di nuvole nella propria memoria. Cieli guardati con lo stupore di un colore che colpisce gli occhi all’improvviso, cieli sospesi perché impossibile sapere se arriverà il diluvio o una fulminea schiarita, cieli che all’alba o al tramonto, di notte o per caso ci hanno regalato la sensazione dell’infinito.
Come si puà far entrare tutto questo a scuola?

Alberto Manzi, il famoso maestro di Non è mai troppo tardi che andò in onda in Rai dal 1960 al 1968, ci ricorda di partire sempre, a livello didattico, da quello che fa parte della quotidianità dei bambini. E il cielo rappresenta una bella sfida.
Come indagarlo con gli strumenti delle discipline?
Matematica, storia, scienze, arte, tecnologia, letteratura… come potevano essere esplorate a partire dalle nuvole?


Cieli alla finestra
Cominciamo a organizzare la ricerca per scoprire le nuvole: lo faremo fotografando, osservando e disegnando il pezzo di cielo che abbiamo a disposizione dalla nostra finestra preferita.
Più foto abbiamo e più dati potremo raccogliere.
Che caratteristiche hanno le nuvole che vediamo?
Sono allungate o panciute, sono nuvole da pioggia o da neve? 
E di questa nuvola, cosa potrebbero scoprire?

Alessandro, 9 anni, Casier (Treviso)

Il fotografo Luigi Ghirri nel 1973 ha realizzato un’opera meravigliosa proprio con le fotografie di nuvole. Si intitola Infinito.


Guardare le nuvole è un gioco che tutti noi abbiamo fatto: “cosa ti fanno venire in mente?” 

Possiamo proporlo ai bambini e alle bambine, lasciando che la nuvola fotografata (e stampata) possa diventare un’immagine rielaborata dai bambini. 

Possiamo anche fare un libro di classe mettendo insieme tutte le immagini e suggerendo ai bambini di accompagnare il lavoro con una didascalia. Ad esempio: “Nuvola a forma di topolino passata mentre il mio gatto Ciccio apriva gli occhi dal suo pisolo pomeridiano…” oppure “Nuvola a forma di elicottero. La nonna la guardava in silenzio. Non so a cosa pensasse”.


Forse non sai che…

L’ultima nuvola entrata nella classificazione ufficiale si chiama ”onda increspata” perché assomiglia proprio a un’onda increspata ed è stata avvistata in tanti cieli del mondo seminando entusiasmo ovunque! Si pensava che non ci fossero più nuvole da scoprire: non accadeva dal 1951 che gli scienziati catalogassero una forma inedita di nuvola. Per il momento è stata classificata con il nome di “undulatus asperatus”.

https://video.repubblica.it/tecno-e-scienze/onda-increspata–l-ultima-nuvola-nata-nel-cielo/105804/104184?ref=NRCT–2


Scopriamole insieme

Il genere:

  • Cumulo
  • Stratocumulo
  • Altocumulo
  • Cirrocumulo
  • Strato
  • Nimbostrato
  • Cirrostrato
  • Cumulonimbo

Principali fonti:

  • Description of clouds
  • Special clouds
  • Cloud classification summary

Parole e colori per descrivere il cielo

Immagina di essere al lavoro in una stazione metereologica. 
Hai a disposizione:

  • delle parole che puoi precisare per scambiare informazioni con le altre stazioni
  • delle abbreviazioni che ti permettono di mandare messaggi veloci 
  • dei colori.

Mettiamoci al lavoro.

Nel 1800 si usavano queste abbreviazioni:
a – nuvole bianche
cin – nuvole grigie
n – nuvole scure
l (elle) – nuvole giallo-arancio
r – nuvole rosse
t – nuvole leggere
sp – nuvole spesse
fasc – nuvole striate
rup – nuvole in forma di rocce
lact – nuvole a forma di disco lattiginoso

– accumulazione di nuvole
– strati di nuvole

Se devi comunicare velocemente le tue osservazioni sul cielo puoi usare i simboli che il Codice Internazionale delle Nuvole (International Cloud Atlas) ti propone:

(p. 124 e 166 – abbreviazione dei simboli e specificazioni)

Principali fonti:

  • Genera and species
  • Varieties, supplementary features and accessory clouds
  • Mother-clouds and special clouds

E se invece usassimo i colori?
La nuvolosità del cielo è misurabile in okta, con una scala che va da 0 a 9; ogni grado è identificabile con un colore:


Prova a tenere un diario delle osservazioni. 
Quali nuvole riesci a riconoscere? Quanto ti sembra nuvoloso il cielo?

Se vuoi stampare questa tabella e le pagine qui sotto (gentilmente concesse da Sorridoimparo [Fabbri-Erickson] e La valigia delle storie [Fabbri-Erickson] ), trovi il PDF in fondo alla pagina.

Le nuvole nella letteratura

Per inventare storie a partire dalle nuvole possiamo usare qualche ispirazione da scrittori e poeti:

“In matematica non sono brava. Perdo il conto delle foglie dei rami e per le stelle ogni volta ricomincio da capo. Non riesco a misurare il salto delle cavallette e non so la formula per il perimetro delle nuvole. Il calcolo di quanta neve sia caduta mi sfugge e anche di quanta ne possa reggere un filo d’erba. La somma dei passi per arrivare al mare non mi riesce e mi chiedo se per il ritorno devo fare una sottrazione. Ho diviso il numero dei semi per i frutti il risultato è una nuova foresta e ne avanza qualcuno. Se moltiplico le giornate di sole per quelle di pioggia ottengo più di sette stagioni e non so quante settimane. La matematica mi confonde. Come misura del mondo è strana. Per quanti conti si facciano qualcosa non torna mai pari. Due finestre fanno una vista? quattro muri sono una casa? Noi siamo i nostri centimetri, chili, litri? quanto pesa un segreto? quanto misura una risata? e l’area del cuore come si calcola?”

La misura del mondo di Azzurra D’Agostino

Questa risorsa è disponibile anche in versione PDF scaricabile.

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