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Toolkit #NoDrugsToBeCool – Percorsi e attività per imparare a confrontarsi con il mondo digitale
Pubblicazioni
956 Views

20 Dicembre 2019

Toolkit #NoDrugsToBeCool – Percorsi e attività per imparare a confrontarsi con il mondo digitale

Il toolkit che abbiamo prodotto al termine del progetto #NoDrugsToBeCool contiene esperienze aperte, che non prevedono soluzioni a senso unico. Propongono di creare uno spazio e un tempo per creare, grazie al digitale, con gli studenti favorendo così sia la riflessione sia una rielaborazione collettiva. Durante la sperimentazione si è toccato con mano l’importanza di allestire la classe in gruppi di lavori con attrezzature e materiali a disposizione affinché fosse favorita una certa autonomia e autogestione. All’interno della stessa consegna, ogni gruppo poteva percorrere la propria strada. Eventuali deragliamenti e fuori pista rappresentano sempre buone occasioni per rimettere in discussione tutto quello che potrebbe rimanere scontato, non detto, non condiviso.

L’operatore è un facilitatore: organizza le esperienze, predispone i materiali e gli strumenti, supporta positivamente gli studenti facendo loro sentire che possono dare il massimo. E che devono: perché spesso davanti ad una sfida fatta con un sorriso e un’accoglienza autentica, gli adolescenti sono i primi a darci l’esempio e a mettercela tutta.

Informazioni tecniche
Formato: 21×29,7cm
Pagine: 76
Anno: 2019

Scarica il PDF della pubblicazione
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Convegno Adolescenti in immagini – 13 e 14 dicembre 2019
I progetti del Centro
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21 Ottobre 2019

Videogiochi, fotografia e app: nuovi racconti per nuovi percorsi.
Il convegno si terrà nel pomeriggio di venerdì 13 dicembre e nella mattinata di sabato 14 dicembre presso il Centro Alberto Manzi (viale Aldo Moro 50, Bologna)

L’iscrizione è gratuita ma obbligatoria, è possibile iscriversi compilando questo form:

Iscriviti al convegno “Adolescenti in immagini”

Venerdì 13 dicembre

Come costruire esperienze digitali con gli adolescenti? Come integrare le tecnologie per sostenere la loro espressività? Come riflettere e farsi domande sul mondo partendo dagli schermi?

Il seminario presenta due aree tematiche: un primo focus sulla fotografia resa sempre più facile (e spesso banale) dai mezzi costantemente a disposizione grazie ai quali vediamo molto, guardiamo poco; un secondo focus su app e videogiochi per capire quali ponti possiamo immaginare tra adolescenze pensate, vissute e  gamificate.

Il pomeriggio del venerdì 13 dicembre è dedicato alla fotografia e alle potenzialità che possiamo usare e pensare nella progettazione con gli adolescenti. Partiamo da un’attività ideata da Massimiliano Tappari, affiniamo la vista con le immagine scelte per noi da Francesca Romano Grasso e chiudiamo cercando nuovi modi di contrastare l’odio online potenziando le capacità creative degli adolescenti.
Cofinanziato dal progetto europeo Silence Hate.

Ore 14

Fotografia e storie surreali: due storie visive d’artista e una per ogni partecipante. Meraviglia e lavoro di gruppo guidato da Massimiliano Tappari, artista, fotografo, autore di immagini e parole mai banali.

  • Fase 1_Coffee break: una moka e una telecamera per distorcere lo sguardo dal troppo visto verso il mai visto (con poesia)
  • Fase 2_Esercizi fai da te: un modo diverso di analizzare le foto sui quotidiani e pensare nuovi significati, senza temere l’ironia.
  • Fase 3_Post it: esempi di storie visive

Ore 15.30

Fotografia e adolescenti: dal selfie al racconto fotografico d’autore, cosa possono le immagini fotografiche nelle mani e nello sguardo degli adolescenti.
Intervento di Francesca Romano Grasso, pedagogista e formatrice, si occupa di divulgazione narrativa e progetti educativi di comunità.

Ore 16.15

Educare a pensare tra immagini e buoni maestri. 
Dagli spunti di Alberto Manzi agli appunti da una sperimentazione nazionale e europea per riflettere con gli adolescenti.
Intervento di Alessandra Falconi, Centro Alberto Manzi e Claudio Nicosia, Amnesty International Italy.

Ore 17

Progettare nuove soluzioni per una società più inclusiva: come alcuni designer stanno ripensando i concetti di inclusione e trasformazione in ambito migratorio. Progetti che possono ispirare docenti e operatori. Intervento di Matteo Moretti, designer (Sheldon.studio) e docente (Università di Bolzano e Università di San Marino)

Ore 18

Domande e scambi con i partecipanti


Sabato 14 dicembre

Il seminario conclude il progetto nazionale #nodrugstobecool che ha cercato di ideare nuovi strumenti per la promozione del benessere e il contrasto a comportamenti pericolosi e illegali da parte dei giovani. Esploriamo app e videogiochi immergendoci in nuove narrazioni e scoprendo nuove possibilità di lavoro.
Il seminario è realizzato grazie al cofinanziamento del Dipartimento Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Ore 9

Quando app e videogiochi parlano di adolescenti: un percorso a cura di Giulia Natale, esperta di app e digitale.

Ore 9.45

Presentazione dell’app interattiva Ehi, Tonino! e degli strumenti didattici ideati a partire dall’approccio del maestro Alberto Manzi e grazie al progetto #nodrugstobecool finanziato dalla Presidenza del Consiglio, Dipartimento Antidroga.
Intervengono, in video, Antonio Ferrara e Pina Varriale, scrittori.
A cura di Alessandra Falconi, Centro Alberto Manzi / Centro Zaffiria.

Un feedback dell’esperienza da parte del Centro Giovani.
Intervengono le ragazze dei centri Agorà e Qb di Ravenna.

Ore 10.30

Stanze interattive: tre sale per esplorare videogame e app. Quali contenuti proporre? Quale racconto dell’adolescenza fanno gli schermi videoludici? Quale dialogo con i ragazzi e con le ragazze? 
Scopriremo insieme:

  • Broken Age narra la storia di due ragazzini, che non si incontrano mai, che vivono in luoghi e epoche diverse. La storia è ricca di elementi del fantastico, ma possiamo dire che effettivamente parla della ricerca dell’identità, del trovarsi al proprio posto, del subire le scelte degli altri, del libero arbitrio.
  • Thomas was alone semplici figure geometriche si muovono in un mondo ispirato un po’ al Bauhaus cercando di trovare l’uscita. Ogni personaggio (un quadrato, un rettangolo, ecc…) ha una sua personalità e dei tratti: Thomas si interroga sul senso della vita, Chris è basso e grasso ma si infila in cunicoli inaccessibili agli altri, Claire è enorme ma galleggia sull’acqua e quindi fa da barca agli altri, ecc…
  • Florence: è una storia interattiva sugli alti e bassi sentimentali del primo vero amore di una giovane donna. Florence Yeoh si sente un po’… in trappola. La sua vita è una routine fatta di lavoro, sonni e troppo tempo passato sui social media. Poi un giorno incontra un suonatore di violoncello, Krish, che cambierà il suo modo di guardare il mondo.

Puoi scaricare il programma completo anche in versione PDF.

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Alberto Manzi. L’attualità di un maestro
Sei puntate presto in onda su Rai Scuola
Notizie
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9 Settembre 2019

Rai Cultura e l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna insieme per riproporre l’esperienza didattica dell’uomo che fece della tv la sua cattedra e degli italiani i suoi allievi. Sei puntate in onda dal 16 settembre su Rai Scuola e disponibili anche su RaiPlay.

Attraverso la tv e il suo Non è mai troppo tardi dal 1960 al 1968 insegnò a leggere e a scrivere a chi era analfabeta. Ma fu anche l’autore di Orzowei, uno dei romanzi di letteratura italiana per ragazzi più tradotti al mondo. Un uomo garbato, inconfondibile come i suoi disegni alla lavagna. Il suo nome è Alberto Manzi, ma per tutti, semplicemente il maestro Manzi, una delle figure più autorevoli in ambito educativo. Un personaggio al quale Rai Cultura e l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dedicano un ciclo in sei puntate: Alberto Manzi. L’attualità di un maestro, in onda dal 16 settembre alle 19.30 su Rai Scuola e disponibili anche su RaiPlay. Obiettivo della serie, riproporre alle scuole italiane il suo approccio pedagogico e didattico.

A condurre il programma è la sua ideatrice scientifica, Alessandra Falconi, responsabile dell’attività del Centro Alberto Manzi, mentre l’artista e illustratore Alessandro Sanna costruisce il racconto visivo disegnando con tecnologie diversissime: disegna sul tablet, sulla lavagna luminosa e su quella a fogli mobili, come faceva lo stesso Manzi. Gli argomenti spaziano dalle nuvole alle ali di farfalla, dalla biodiversità alle uova, dalla geografia all’inter-cultura e ai docenti della scuola primaria vengono dati suggerimenti operativi e teorici, proposte di discussione in classe con i propri alunni, idee per la progettazione didattica. Ad arricchire il programma, le immagini di Alberto Manzi al lavoro con i bambini e con le bambine tratte dal repertorio delle Teche Rai.

Tutte le ricerche alla base della serie sono state sviluppate con quattro esperti, che intervengono nelle diverse puntate: Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista; Maria Arcà, ricercatrice del Cnr e collaboratrice del maestro Manzi; Marco Aime, antropologo culturale e docente universitario; Riccardo Morri, presidente dell’associazione italiana docenti di geografia.

Guarda la clip di presentazione:

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Un toolkit per progettare e realizzare Atelier Digitali
Pubblicazioni
2037 Views

13 Giugno 2019

App your school – Un toolkit per progettare e realizzare Atelier Digitali

«Noi stiamo preparando degli individui per un futuro assolutamente imprevedibile, non sappiamo che cosa la scienza e la tecnica escogiteranno tra venti o trent’anni; non sappiamo quanto i mezzi
sempre più perfezionati dell’informazione riusciranno a far sapere, a coinvolgere. Non sappiamo nulla: sappiamo solo che i nostri studenti dovranno affrontare un mondo a noi sconosciuto e verso il quale
non possiamo prepararli dando loro nozioni. Li prepareremo ad affrontare l’imprevedibile, ossia a saper ‘pensare’, a saper affrontare
un problema, un ‘qualsiasi’ problema, a saperlo comprendere, analizzare, capire, risolvere. Questa è ‘creatività’. Occorre imparare a tollerare le incertezze, a riflettere con senso critico di fronte all’imprevisto, a sfruttare tutte le idee e tutte le opportunità che le stesse idee ci offrono; a fare e disfare, ossia a costruirsi esperienze e su quelle
formulare ipotesi che potranno poi essere ‘trasformate’ da esperienze successive; a scoprire correlazioni e interdipendenze. Ossia pensare e pensare e pensare.»

Alberto Manzi

In questo splendido passaggio del maestro Alberto Manzi a proposito di Educazione… ma che cos’è? troviamo il senso di un atelier digitale che sfida situazioni e tecnologie a farsi strumento, materiale e sfondo in cui “fare e disfare” problemi attivati dalla curiosità degli adolescenti per la tecnologia o collegati alla loro vita quotidiana a scuola e a casa.
La nostra idea di partenza era che ci fossero abilità extrascolastiche degli studenti che rimanevano inesplorate nel contesto scolastico: si tratta di abilità collegate alle passioni tecnologiche, per lo più sviluppate nel tempo libero degli adolescenti.
La scuola avrebbe potuto valorizzarle facendole emergere e usandole
in modo creativo, favorendo la riuscita di ognuno e lavorando ad un fine
collettivo comune. Lo spazio e il tempo in cui questo è avvenuto lo avevamo nominato “atelier digitale”: due grandi maestri – Alberto Manzi e Bruno Munari – hanno guidato l’ideazione e la progettazione degli atelier digitali raccontati in questo toolkit.

Informazioni tecniche
Formato: 21×29,7cm
Pagine: 242
Anno: 2018

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Atelier digitali: una sperimentazione europea
Notizie
2660 Views

22 Marzo 2019

Atelier digitali: una sperimentazione europea

Le passioni tecnologiche sviluppate nel tempo libero degli studenti spesso rimangono inesplorate nel contesto scolastico: i docenti possono vederle e valorizzarle nell’atelier digitale.

Il 13 e 14 giugno si è svolto presso il nostro Centro un convegno in cui sono state presentate le sperimentazioni create nell’ambito del progetto europeo App Your School.

Durante la seconda giornata i partecipanti hanno avuto la possibilità di provare diversi atelier digitali ideati e testati dai tutti i partner di progetto.

Guarda la video-documentazione della seconda giornata:

Qui sotto, invece, trovi tutti gli interventi dei relatori tenuti durante la prima giornata della conferenza. Buon ascolto!

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Villa d’Almé (BG): una nuova scuola intitolata ad Alberto Manzi
Notizie
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21 Marzo 2019

Il 27 aprile si terrà, presso la scuola secondaria di I grado di Villa d’Almé (Bg), la cerimonia di intitolazione con la quale la scuola prenderà il nome del nostro amatissimo maestro.
La cerimonia sarà aperta a tutta la cittadinanza e prevederà:

  • l’intervento delle autorità civili e scolastiche
  • l’intervento del Prof. Farné come rappresentante del Centro Manzi
  • un intervento della presidentessa del consiglio scolastico degli alunni

A seguito dei saluti e degli interventi delle autorità si procederà allo svelamento della targa di intitolazione.

A completamento dell’evento sono previsti tre installazioni costituite da una mostra biografica sulla figura di Alberto Manzi, dei pannelli illustrativi del percorso che ha portato alla scelta del nominativo (che ha visto il coinvolgimento diretto degli studenti), e un video esplicativo dell’attività didattica di Alberto Manzi.

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Albino Bernardini: tracce e memorie di un maestro
Notizie
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21 Marzo 2019

Nell’ambito del Protocollo che ha messo in rete gli archivi dei maestri e delle maestre del Novecento, l’Università degli Studi Roma Tre (dipartimento scienze della formazione) e il MuSEd- Museo della Scuola e dell’Educazione «Mauro Laeng» organizzano la conferenza Albino Bernardini: tracce e memorie di un maestro.

26 marzo 2019
presso MuSEd – Museo della Scuola e dell’Educazione «Mauro Laeng» Sala delle Conferenze, Piazza della Repubblica, 10


Programma completo:

ORE 15.00
Saluti istituzionali:
Lucia Chiappetta Cajola, Prorettrice vicaria e Vice presidente SIPES Massimiliano Fiorucci, Direttore del Dipartimento di Scienze della Formazione Lorenzo Cantatore, Direttore del MuSEd

ORE 15.30
Interventi:
Francesco Bernardini, Ricordi di papà
Ermanno Detti (Edizioni Conoscenza), Il neorealismo pedagogico di Albino Bernardini
Carlo Casula (Università Roma Tre), Dalla periferia d’Italia alle periferie di Roma
Fabio Bocci (Università Roma Tre), Perché sono le sfumature a dare vita ai colori. Un maestro engagé Susanna Barsotti (Università di Cagliari), Maestro e scrittore: da Le bacchette di Lula ai racconti per ragazziLuca Mandrile e Claudio Di Mambro (Associazione collettivo “Todomodo”), L’eredità di Bernardini nelle parole de “I Malestanti”

Coordina: Elena Zizioli (Università Roma Tre)

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Online il nuovo sito del Centro Alberto Manzi!
Notizie
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14 Febbraio 2019

Online il nuovo sito del Centro Alberto Manzi!

Finalmente è online il nuovo sito del Centro Alberto Manzi, disegnato e sviluppato dall’ente gestore Centro Zaffiria.

Buona navigazione!

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Maestro, raccontami il mondo
I progetti del Centro, Pubblicazioni
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13 Febbraio 2019

Maestro, raccontami il mondo

L’universo narrativo del maestro Alberto Manzi reinterpretato in chiave contemporanea dall’artista e illustratore Alessandro Sanna in una mostra allestita presso il MAMbo (e promossa dall’Agenzia Informazione e Comunicazione Giunta Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Istituzione Bologna Musei) a cura del Centro Alberto Manzi.

La mostra era suddivisa in nuclei tematici della storia del maestro, che sposavano altrettanti temi di attualità: Orzowei affrontava il tema del razzismo e della diversità, Isa l’uomo si soffermava sui diritti e sullo sfruttamento, le favole nell’orto ricordavano che “nessuno è importante” soprattutto quando vuole comandare e imporre il proprio punto di vista agli altri.

L’universo narrativo di Alberto Manzi trovava quindi un nuovo immaginario grazie all’abilità di Alessandro Sanna che, tra illustrazioni e sculture di carta, proponeva ai bambini un’immersione giocosa in storie capaci di far pensare.

Insieme alla mostra, abbiamo prodotto un omonimo catalogo.


Informazioni tecniche
Formato: 21x1cm
Pagine: 96
Anno: 2015

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Essere maestri
I progetti del Centro
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13 Febbraio 2019

La rete degli archivi dei grandi maestri e delle grandi maestre

Questo progetto interroga il ruolo del maestro nella comunità: è lui che incarna la scuola, che costruisce i saperi, che prova a ridurre le disuguaglianze sociali cercando di lavorare con ogni bambino affinché possa dare il meglio.
Il maestro è una figura fondamentale della società democratica: l’esperienza di Manzi è testimone di come alfabetizzare sia emancipare, di come dietro ogni pagina di quaderno scritta con mano bambina ci sia la garanzia dei diritti e dei doveri, di un futuro che include, che mette a frutto i talenti dei suoi cittadini.
I grandi maestri che si mettono in rete con questo progetto sono persone che hanno dato il meglio per migliorare i contesti lavorativi (e delle comunità) in cui vivevano. Non hanno mai aspettato che ci fossero le condizioni per… quelle condizioni se le sono create. Spesso soli, attorniati da un sistema che non li ha sostenuti, a volte li ha addirittura puniti.
Occorre tornare a interrogarsi sul senso dell’essere maestro. Tornare ad attingere a storie esemplari per sostenere oggi una cooperazione educativa che ridia al singolo la passione per il proprio lavoro. Perché da qualche parte, quella passione, è stata smarrita. E la competenza ne ha risentito.

Le storie dei grandi maestri, nella geografia educativa italiana, sono state fiumi che hanno irrigato territori, nutrito villaggi e città. Ma non abbiamo ancora guardato quella mappa dall’alto: da nord a sud possiamo dire alla politica e alla società civile italiana che c’è un “made in Italy” non solo della moda o del lusso, ma dell’educazione. Abbiamo ispirato il mondo e abbiamo contemporaneamente assistito ad una perdita di stima nei confronti della professione docente in Italia.
E non è un male solo per la scuola, lo è per la comunità che perde un punto di riferimento, che sminuisce il senso e il luogo dell’educazione, che relativizza e parcellizza la regola, il diritto e la visione, sino a perdere l’appartenenza.

Strana contraddizione per un Paese che ha dato i natali a Maria Montessori, Alberto Manzi, Maio Lodi, Don Milani, Loris Malaguzzi, Bruno Ciari, le sorelle Agazzi, ma anche Danilo Dolci con l’esperienza del Centro educativo di Mirto, Gianfranco Zavalloni con la pedagogia della lumaca, Federico Moroni e la scuola del Bornaccino, Angelo Longo, Maria Maltoni, Alberto Calderara, Giuseppina Pizzigoni solo per citarne alcuni. L’elenco continua oggi con tanti esempi, spesso silenziosi, che si rimboccano le maniche per fare una scuola davvero buona.

La riflessione sul ruolo del maestro vuole quindi essere operativa e concreta, ispirare insegnanti di tutta Italia, trovare partnership su tutto il territorio nazionale per creare qualcosa che venga immediatamente percepito come “luogo” del confronto, della formazione, della crescita.
Nel contenitore ideale della memoria dei “buoni” maestri possiamo ritrovare un posto comodo per pensare e cambiare sorretti dalle forti biografie di persone che hanno lasciato il segno. Perché ad un maestro si chiede quello: di lasciare un segno costruttivo nella propria comunità, nella vita dei bambini e delle famiglie.

Consulta il protocollo

L’Assemblea legislativa svolgerà il ruolo di “capofila” ed eserciterà la funzione di coordinamento della rete che ha come obiettivo la realizzazione e lo sviluppo congiunto di attività e iniziative allo scopo di sensibilizzare, diffondere e dare continuità al lavoro di ricerca dei grandi maestri e maestre, anche promuovendo e rafforzando i rapporti con il mondo della scuola e dell’Università e con gli altri soggetti che operano nei settori dell’educazione e della formazione.

Hanno firmato il Protocollo: l’ Opera Nazionale Maria Montessori, Associazione Casa delle Arti e del Gioco, Fondazione Margherita Zoebeli, l’Ente morale Opera Pizzigoni – Istituto Comprensivo Rinnovata Pizzigoni, Associazione Cenci – Casa Laboratorio, Centro Sviluppo Creativo Danilo Dolci, il Comune di Impruneta – Fondo Maria Maltoni, Ludoteca delle Parole per il materiale di Gianfranco Zavalloni, Liceo delle Scienze Umane “Sofonisba Anguissola” per il materiale di Giorgio Scarpa, Comune di Santarcangelo e di Spinea con i materiali di Federico Moroni e Daniela Furlan. 

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