Marco Batelli

Marco Batelli ci ha lasciato diverse testimonianze

Novembre 2013

Mi sono imbattuto nel sito web del Maestro e mi sono commosso: l’ho avuto in terza e quarta elementare alla scuola “Fratelli Bandiera” di Roma, 1959-1960. E’ uno dei ricordi più belli della mia vita, non solo scolastica. Ricordo perfettamente moltissime sue lezioni, che spaziavano in ogni scibile e potrei raccontarle se ciò arrotondasse la sua perfetta figura magistrale, che comunque mi pare già impeccabilmente sferica. Grazie anche alla sua opera ho continuato con buon profitto gli studi classici e laurea in medicina con lode. Ho quindi operato come chirurgo fino alla attuale fase di pensionamento, comportandomi sempre bene, come il mio Maestro elementare mi aveva insegnato.Ecco una delle sue tante meraviglie nella scuola: una mattina entra in classe con bagagli; comincia le sue didattiche con riferimenti geografici e poi si dirige verso l’America meridionale parlando dell’Amazzonia. Ci dice anche di esserci stato; come aneddoto racconta che al passaggio dell’equatore il comandante della nave diede annuncio di ciò e molti passeggeri si affacciarono alle fiancate per vedere quello sconosciuto; ovviamente il Maestro coglie l’occasione per insegnarci le coordinate geografiche terrestri, deridendo coloro che sperano di vedere l’equatore in mare come si trattasse di una carta geografica. Ad un certo punto apre il bagaglio e ci mostra tutta una serie di reperti da lui riportati dopo il viaggio: c’erano pelli di serpente, semi esotici, ali di scarabei, carapaci e altro; ce ne parla, ce li mostra per bene, ce li fa toccare e poi… meraviglia e lode, li regala tutti distribuendoli ad ognuno di noi. Io portai a casa le ali (o megli i copri-ali) di scarabeo, lunghe 6-7 cm, di colore verde scuro con mirabili riflessi iridescenti. Ricordo che le misi sotto il manubrio della bicicletta, accanto ad una piccola bandiera triangolare che, sventolando, le faceva risuonare mirabilmente. Purtroppo non le ho più trovate in casa di mia madre, almeno così tutt’ora mi risulta ma guarderò meglio fra i cimeli riportati indietro prima della vendita dell’appartamento.Non ho purtroppo nella mente altri dettagli del viaggio amazzonico del mio Maestro oltre a quelli già descritti. Ho tante lezioni mai dimenticate, con argomenti riguardanti ogni disciplina, dall’educazione civica, alla storia, geografia, anatomia, fisiologia umana, fisica, chimica, astronomia…ogni cosa! Anche per merito di queste lezioni mi sono sempre interessato (ed ancor oggi a 63 anni lo faccio!) a molti argomenti non riguardanti la chirurgia ed in generale il mio mestiere; alcuni sono: fotografia, elettronica, astronomia, informatica, musica…Per concludere: tengo in bella vista, vicino alla mia scrivania, una fotografia della classe IV scattata nei giardini vaticani in occasione di una gita, dal Maestro organizzata e gestita, dove ovviamente è presente con gran parte di noi alunni.

5 febbraio 2014 

Il Maestro mi ha insegnato a lavorare onestamente e con passione, come egli stesso faceva in ogni momento e tanto è vero che voglio raccontare un altro aneddoto che dimostri la sua dedizione: al di fuori del suo orario di servizio a scuola (e ciò è da lode!) aveva disegnato con gessi colorati, sopra il bordino di legno che delimitava l’intonaco verde della parete con quello superiore bianco, in un’aula molto ampia poichè doveva contenere una quarantina di scolari, un percorso a tappe con vari traguardi, che si articolava per strade, colline, villaggi. Aveva poi ritagliato su cartoncino delle piccole biciclette e le aveva numerate assegnandole poi a ciascuno di noi scolari. Questo era il voto che faceva avanzare il ciclista-scolaro e lo metteva in competizione fino all’arrivo. Poi si ricominciava un’altra corsa. Con questo espediente la attenzione alle sue lezioni da parte di noi allievi era totale. Infatti non volle mai libri di testo in classe ( i cosiddetti “sussidiari” ): ci disse, in terza elementare, di portare a scuola il libro di Pinocchio… quella sarebbe stata la nostra lettura, al resto avrebbe pensato egli stesso con la sua voce, le sue parole e i suoi argomenti, che ancora sono vivi nei miei ricordi. Grazie Signor Maestro.

Senza data

Ricordo che nei giorni precedenti il provino il Maestro (“M” maiuscola perché merita!) in classe era teso e un po’ assente: ci raccontò appunto di quel provino alla Rai, spiegandoci lo scopo di quella serie didattica per analfabeti e disse che doveva “presentare” agli analfabeti la più semplice delle lettere dell’alfabeto, la lettera “o” ed era preoccupato perché avrebbe dovuto intrattenere i telespettatori per diverse decine di minuti su quell’unico argomento! Noi alunni non capimmo sul momento che l’avremmo perduto come maestro. In seguito il dispiacere di non averlo più con noi diventò pressante, ci mancava immensamente! … E pensare che il suo metodo didattico (senza libri “sussidiari” – come si diceva allora – e Pinocchio come unico libro) aveva suscitato una vera e propria ondata di proteste da parte di tutti i genitori, che ritenevano ciò una presuntuosa infingardaggine a preludio della sua insussistenza didattica. Invece ho imparato da lui molte più nozioni e concetti in quell’anno e mezzo che in tutto il resto della mia frequentazione scolastica, liceo compreso! Ricordo ancora con piacere, meraviglia e dovizia di particolari molte sue lezioni sugli argomenti più disparati…La luna, gli astri e il pallone lanciato per aria, per farci capire il moto di rotazione della terra.Astronomia e planetario (esistente a scuola ma sconosciuto a tutti).Atmosfera, nuvole e acqua, raggi solaria; aria e venti; inclinazione asse terrestre e stagioniLa corsa ciclistica intorno alla classe.Anatomia e fisiologia umana. Tubo digerente e vie respiratorie.Evoluzione della specie. Razza umana. Concetti evolutivi Darwiniani.Lo scienziato e la penicillina (lo scienziato si chiede il perché dei fenomeni).Fisica, principio di Archimede (navi di metallo e palloni aerostatici), A. Volta, corrente elettrica.Lampadina che si accende e spegne 100 volte al sec.Educazione civica, repubblica, parlamento e loro storie.Tasse della cosa pubblica.Finanza e monete.Cristianesimo.Esperimenti botanici.La 600 grigia targata 256399. La scarpa incastrata nel freno.Il motore a scoppio.Ascensore.

19 febbraio 2013 – I suoni e la loro fisica – il registratore. 
Una lezione di Alberto Manzi

Il Maestro spiega i suoni e la loro origine. Ci dice che l’aria si comporta come l’acqua quando si getta un sasso sulla sua superficie: si forma un’onda che si espande circolarmente tutt’intorno al punto di genesi, seguita poi, a distanza fissa l’una dall’altra, da onde gemelle dipendenti, in frequenza ed intensità, dalla azione che le ha prodotte…così le nostre corde vocali (ci spiega cosa sono, dove stanno e come agiscono) vibrano generando a loro volta altre onde, che poi il nostro orecchio (anche qui ci espone come è fatto) traduce e veicola alla sede di elaborazione, cioè il nostro cervello. Così possiamo ascoltare. Questo paragone classico fra fluido acquoso ben visibile e fluido aeriforme rende a noi fanciulli, con media di nove anni di età, il concetto immediatamente comprensibile. Aggiunge anche, a complemento della spiegazione, che nell’aria il suono procede a poco più di trecento metri al secondo (quanto fa, Maestro?: circa un chilometro ogni tre secondi). Se vogliamo effettuare un verifica di ciò dobbiamo contare i secondi trascorsi tra la visione di un lampo durante un temporale e la percezione del relativo tuono, il quale, afferma il Maestro, nel luogo dove avviene è contemporaneo alla emissione della luce; quest’ultima però viaggia a velocità di gran lunga più elevata (ci dice anche quanto!), sicché, contando i secondi trascorsi tra l’uno e l’altro fenomeno, si può determinare con buona approssimazione a quale distanza esso si sia verificato! …Quante volte da allora ho contato questi secondi e anche adesso lo faccio!Alla fine, parlando dei suoni, ci dice che negli ultimi decenni l’uomo ha imparato a registrarli con varie tecniche ed apparati, da ultimo con il sistema magnetico, via via in sviluppo per mezzo appunto dei cosiddetti registratori a nastro.A questo punto alzo la mano (metodo obbligatorio per poter prendere la parola!) e dico al Maestro che da poco tempo mio padre ha acquistato uno di questi registratori, allora detti anche magnetofoni, per usarlo in famiglia. Si trattava del mitico registratore bivalvolare “Geloso G 255” detto “gelosino”, oggi ormai un pezzo da collezione! Al tempo tale oggetto costituiva una rarità…ma mio padre amava molto le novità tecnologiche di ogni tipo e questa in casa non poteva mancare! Il Maestro si stupisce e si fa venire subito la bella idea di invitarmi a portare lo strumento in classe per farlo conoscere e provare a tutti. A casa, devo combattere per smantellare la ritrosia del padre e anche della madre, la quale però alla fine mi accompagna con il magnetofono a scuola, tra le raccomandazioni di rito.In classe sembra essere giunto un congegno extraterrestre; in effetti la mancanza di confidenza e la novità dell’oggetto Geloso rendono l’incontro alieno. Il Maestro però rompe gli indugi e propone subito di passare all’attacco facendo funzionare il magnetofono; con il suo estro e la sua simpatica ed eclettica conduzione didattica esorta tutti noi alunni a registrare la propria voce. Uno ad uno i compagni sono invitati davanti al microfono a dire almeno il proprio nome e cognome. Il Maestro suggerisce a qualcuno di esprimere in più qualche propria caratteristica personale. Ricordo perfettamente il nostro compagno Dalla Palma esortato ad aggiungere che è “il pittore della classe”, perché in effetti è molto portato per il disegno (ricordo la sua preferenza nel rappresentare i cavalli, con tecnica molto raffinata, specie per la sua età); così, dopo qualche esitazione, dice per intero: “io sono Dalla Palma e sono il pittore della classe”.Non si può immaginare il tripudio poi nell’ascoltare tutte le voci di ciascuno!Oggi può sembrare strano che desti tanta meraviglia sentire una registrazione casalinga – anzi in questo caso scolastica intra moenia -ma bisogna considerare che all’epoca (e scrivendo “epoca” mi sento molto vecchio!) si era alla fine degli anni ’50 e inizio ’60, perciò la diffusione di tale tecnologia magnetica era alla portata solo dei professionisti e di pochi altri, fra i quali quel fanatico di mio padre (molto apprezzato da me anche per questo, tuttavia), che aveva comprato l’attrezzo, pur essendo egli di tutt’altro mestiere. Secondo me è probabile che anche il Maestro Manzi, sebbene di certo conoscesse la relativa novità, non ne avesse fatta eccessiva esperienza, perché lo ricordo molto entusiasmato dall’evento!Quel nastro per ora lo classifico come disperso (sovrainciso dai miei familiari) ma ho di recente ricordato a mio fratello la faccenda e mi ha confessato che il reperto potrebbe giacere nella sua cantina: mi ha promesso la ricerca…

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