Alberto Manzi è, nel ricordo di molti, il Maestro che fece della televisione il mezzo per portare avanti una politica di alfabetizzazione della popolazione con una trasmissione, Non è mai troppo tardi, per la quale ricevette, nel 1965, su indicazione dell’Unesco, il premio dell’Onu come uno dei programmi più significativi nella lotta contro l’analfabetismo.
Straordinario comunicatore, rivoluzionario nel pensiero e nell’azione, intratteneva un pubblico vastissimo veicolando un sapere che riusciva a raggiungere tutti. E la sua narrazione partiva da un segno, da una sintesi visiva dalla quale si dipanavano i contenuti, un disegnare semplice e efficace, fissato sulla lavagna, o su grandi fogli di carta. Un segno che accompagnava il Maestro anche fuori dalle sale di registrazione, come dimostrano i molti materiali raccolti nel Centro Alberto Manzi. Disegnava ovunque, dagli incontri ai convegni, nel pubblico e nel privato.
Un tratto nero, deciso, una mano sempre in movimento, irrefrenabile, che dava corpo a racconti visivi di grande ironia, vicini alla satira di antica memoria, o a precise e organizzate forme pensate per un modo di fare scuola che non poteva prescindere dalle immagini. E il suo pupazzettare era un invito a guardare, leggere, copiare, prendere esempio e inventare. Un unico soggetto poteva diventare, in poco tempo, una folla che da silente diventava protestataria, o un coro che cantava all’unisono, e molto altro ancora.
Il profilo umano era raccontato con ampia possibilità di declinazione, il naso poteva essere aquilino e il mento sfuggente, le espressioni cambiavano suggerendo stati d’animo nuovi, gli ambienti si modificavano con l’aggiunta delle sfumature e dei grigi. Possedeva una dote davvero straordinaria: la capacità di incontro tra la figura messa in pagina e un’oralità competente ed empatica, dote di cui hanno goduto tutti coloro che lo hanno seguito negli anni, nelle aule scolastiche, o attraverso il piccolo schermo.
Silvana Sola
Pedagogista-libraia, è co-fondatrice della storica libreria per ragazzi Giannino Stoppani di Bologna. Si occupa da oltre vent’anni di letteratura per l’infanzia.
È docente al Centro Studi Accademia Drosselmeier di Bologna.
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