Centro Alberto Manzi

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Nicoletta Moccia
Ex-alunni scrivono
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31 Gennaio 2019

19 agosto 2011

Gentilissimi, anche se le mie parole saranno prive di senso, sento il dovere di esprimere la mia gratitudine alla memoria del maestro Manzi che mi ha insegnato a leggere e a scrivere attravero la sua trasmissione televisiva. Avevo solo quattro anni, quando, seguendolo, ho deciso di prendere un quaderno e di iniziare a scrivere. Ogni volta che c’era la sua trasmissione, in casa si doveva fare assoluto silenzio, poichè dovevo seguirlo con attenzione e comprendere tutti i passaggi che eseguiva. Ho quindi iniziato a frequentare la prima elementare  a soli cinque anni, sapendo già leggere e scrivere anche sotto dettatura, assaporando anche il gusto della lettura autonoma che ti rende libero e ti fa sognare. Grazie quindi per quello che mi ha insegnato.
Nicoletta Moccia 

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Laura Matteocci
Ex-alunni scrivono
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31 Gennaio 2019

Barcellona, 23 giugno 2011

Mi chiamo Laura Matteocci ed ho 46 anni: una dei 32 a cui il maestro Manzi indirizzò quella bellissima lettera di chiusura Scuole elementari.Non vorrei essere ripetitiva, visto che quanto già raccontato da alcuni dei miei ex compagni di classe è esattamente quello che anch’io scriverei, però è davvero impossibile rimanere indifferenti alla possibilità di esprimere le proprie sensazioni ripensando ai momenti trascorsi con il Maestro.Io non abito più a Roma da molti anni, ed è giusto per questo che vorrei aggiungere i miei pensieri a quanto già detto.La distanza ed il tempo tendono a far sbiadire i ricordi e ad allontanare da noi certe sensazioni. Però vorrei testificare, che malgrado i 1500 km che mi separano dalle cose care che ho lasciato in Italia, ciò che veramente è rimasto dentro di me non è sparito neanche un momento.I miei rapporti con i compagni di allora è oggi ancora vivo.E per fortuna non grazie ad una Web Site, siamo riusciti a mantenere intatto il rapporto tra compagni-amici di allora. Ed ogni anno riusciamo, malgrado la vita di ognuno di noi ed i vincoli che questa crea, a trovarci e vivere, anche fosse per una sola giornata, del tempo insieme, come se si trattasse di una delle tante gite di allora. Ricordiamo i bei momenti vissuti affianco al maestro, ma soprattutto scambiamo le nostre opinioni, i nostri sogni frustrati, le conquiste ottenute nel corso di tanti anni ed alimentiamo così quel vincolo nato allora grazie a lui, ed oggi ancora vivo.Il tempo passa, ma quel che ci ha insegnato, ed i valori trasmessi a noi tutti, ma soprattutto il cercare di essere sempre noi stessi, non è mai svanito. Ed è per questo he oggi è ancora possibile trovarci intorno ad un tavolo, su un divano, per terra o con le gambe incrociate, a parlare di noi, di lui, di tutto. Questo non sarebbe possibile se il Maestro non ci avesse trasmesso il desiderio di conservare ciò che vale e di lottare sempre per quello che si sente. Noi ancora sentiamo la necessità di trovarci e di raccontarci, malgrado le nostre grandi differenze, quello che la vita ci ha portato fino ad oggi e quello che ancora ci porterà.Il Maestro ha avuto la fortuna di vedere riconosciuti i suoi sforzi e di raggiungere il successo in molti dei suoi progetti mentre viveva. Sono convinta che la nostra unione, il nostro vincolo umano, è un altro dei suoi successi: solo che per questo non ha potuto ricevere nessun riconoscimento pubblico. Però, di certo che lo considererebbe il più grande di tutti, perchè nel fondo lo abbiamo ricevuto tutti ed è destinato a perpetuare vivo nel tempo e nella distanza. 

“Grazie Maestro per regalarci tutto quello che ci hai dato allora e per ciò che ancora oggi riceviamo grazie ai tuoi insegnamenti”.
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Anna Masetti
Ex-alunni scrivono
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31 Gennaio 2019

15 febbraio 2011

Non posso dimenticare quel periodo di tempo in cui il mezzo televisivo -primo elemento di quel genere- ha dato la possibilità di poter leggere, scrivere, imparare a quelle persone che per ceto non potevano studiare. Ero a lavorare in un negozio di impianti e televisioni e seguivo le lezioni stando in quel negozio poi in casa. Ero unica femmina con otto fratelli maschi e il lavoro ci dava la possibilità di essere a contatto delle persone. Nella vetrina avevamo messo un televisore e chi passava si soffermava ad ascoltare le lezioni del grande maestro di vita. Ed è stata per me una esperienza positiva tanto da arrivare a scrivere un libro di poesie, poi di scrivere come autrice. Tutto grazie a quel meraviglioso periodo di istruzioni vere e reali. Non avrei mai potuto arrivare a tanto senza quella bellissima esperienza televisiva. Auguri a tutti e buon proseguimento. Ora più che mai ce ne è bisogno per aiutare tanti stranieri venuti in Italia a comprendere l’Italiano e l’Italia  che festeggia il 150° anniversario della sua unità in mezzo a tante contraddizioni. Come sarebbe bello che ritornasse il Rispetto. Certa che non è mai troppo tardi perché ritorni l’amore per la patria e per la nostra nazione, un’educazione, che riporti come soggetto, proprio la Cultura in primo piano.

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Roberto Minicucci
Ex-alunni scrivono
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31 Gennaio 2019

4 dicembre 2010

Ho 45 anni e la fortuna di essere stato un alunno del grande MAESTRO MANZI, anzi “Alberto”, una persona di valore.Nel ricordo della sua scomparsa, il 4 Dicembre, non a caso S. Barbara la protettrice della Marina visto che lui voleva fare il Capitano di lungo corso e la protettrice dei Vigili del Fuoco ed anche qui le nostre strade si rincontrano.
Il suo insegnamento non solo didattico ha lasciato in noi dei segni indelebili e dei punti di riferimento nella vita; ci ha cresciuti come suoi figli, “sangue dello stesso sangue.”Proprio qualche settimana fa sono stato a trovarlo nella sua Pitigliano, dove riposa ed anche lì ha lasciato traccia, perché lui era così, per ogni cosa che faceva metteva amore e convinzione come quello che ha trasmesso a noi, affermandolo in una testimonianza che ha lasciato l’ultimo anno del nostro ciclo scolastico: AMORE, AMORE….. AMORE.Ancora ricordo le sue lezioni e oggi quando mia figlia di 9 anni ha dei dubbi non faccio altro che trasmettere il SUO insegnamento come attività proiettata a favorire la crescita di una persona; ancora oggi alla mia età vorrei un suo consiglio, la sua esperienza. Ogni tanto mi soffermo davanti alla nostra scuola (Fratelli Bandiera) ad osservare quel terrazzo (alcune volte la nostra aula), rievocando le sue lezioni tutti insieme sotto quel cielo che se nuvoloso lui lo rendeva azzurro. Ci responsabilizzava con le sue consuete gite organizzate, come quella settimana in Trentino ad Andalo per renderci indipendenti. Anni scolastici dal ’71 al ’75 felicemente immensi. Mi ha insegnato il rispetto, il modo di pensare con la mia testa, di sapere sempre qualcosa in più, il coraggio di affrontare qualunque problema, perché lui pensava agli altri e poi a se stesso. Ci ha insegnato perfino a nuotare come un padre fa al proprio figlio ed io di quest’altruismo ne ho fatto 
tesoro e addirittura un mestiere.
Il ricordo di quando mi regalò una sua bicicletta, un’emozione indescrivibile; ma ho un grande rimorso che mi porterò per sempre, non aver mantenuto i rapporti negli anni successivi e soprattutto per dirgli “GRAZIE”. Potrei raccontare tanto di lui e delle cose fatte insieme e come ci ha “educato” con interesse senza mai annoiarci con leggerezza e semplicità, anche parlando per ore rimanendo “ipnotizzati” dalla sua suadente voce.Grazie per avermi insegnato ad affrontare la vita a testa alta, GRAZIE “MASTRO”, rimarrai per sempre nella mia mente e soprattutto nel mio cuore.

Io sono parte di Te, Tu di me.
CIAO Alberto.

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Maria Fierli
Ex-alunni scrivono
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31 Gennaio 2019

7 settembre 2010

Da piccola avevo un pensiero che mi assillava:

“Dove avrei mandato a scuola i miei figli…..?”Poi sono andata in prima elementare alla Fratelli Bandiera dal maestro Manzi, venivo dall’asilo con le suore, la risposta è stata facile:“Li avrei mandati con questo maestro era simpatico e ispirava fiducia.”Poi ironia della sorte o per fortuna i figli non sono arrivati e quindi ho scampato il pericolo  degli insegnanti da scegliere o trovare la scuola giusta ,….e  pensare che oggi faccio proprio l’insegnante.Se sei stato un alunno del maestro Manzi… anzi del Mastro come lo chiamava Fabio N.1 della classe 1970, prima o poi i tuoi amici lo vengono a sapere, tua moglie o tuo marito dopo un po’ non ne possono più e a volte corri anche il rischio di scoprire che un amico che  frequenti da anni, casomai 30 anni prima, ti aveva accompagnato in una gita a Frattatodina, quando tu avevi 6 anni e lui era appena diventato maggiorenne.Se sei stato un alunno di Alberto puoi anche passare per un matto invasato perché quando inizi a parlarne poi è difficile che smetti, se non dopo almeno 30 minuti;Se sei stato un alunno del maestro puoi correre tranquillamente il rischio di ricordare tutto quello che facevi a scuola  i nomi e i cognomi dei compagni anche se avevi solo 6 anni, mentre gli altri forse delle elementari ricordano a mala pena il nome della maestra e forse di qualche compagno;Se sei stato alunno di Manzi è perché lui in tutto quel tempo ci ha messo l’anima e quindi per noi era un bravo maestro …e non perché era il maestro della Tv;Se sei stato alunno del maestro Alberto Manzi proprio perché ci diceva metti il moto il macinino del tuo cervello, oltre ad averlo tanto amato a volte lo hai anche odiato perché forse a volte converrebbe non farlo funzionare;Però sono stata una sua alunna e spero sempre di incontrare qualcuno che mi parli del proprio insegnante come io e tanti altri alunni  raccontiamo del nostro maestro.Buona giornata a tutti gli alunni del maestro Manzi e a tutti quelli che avrebbero voluto esserlo.

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Francesco Rotondo
Ex-alunni scrivono
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31 Gennaio 2019

28 aprile 2010

Sono Francesco,
lui mi conosce così, non mi ha chiamato per cognome e gli sarò sempre grato per questo.
Non faccio torto a nessuno se dico che Alberto è stato ed è ancora oggi, a distanza di quaranta anni uno dei miei punti di riferimento più importanti. Sotto alcuni profili, mi ha educato più di quanto abbiano fatto i miei genitori, il mio modo di pensare ed agire nei confronti del mondo sono figli della sua persona, mi ha fatto capire come nessun altro, quanto è importante il mio cervello, quanto il mio modo di pensare può cambiare il mondo e come sia possibile affrontare la vita da una prospettiva diversa.
Alberto mi ha insegnato a guardare la vera essenza delle cose, senza vergognarmi di essere un individuo che pensa e sceglie il proprio comportamento senza adeguarsi al pensiero comune e che non esiste nulla che valga più della convinzione di avere le proprie idee e fare di tutto per raggiungerle. Osservare il mondo per capire cosa c’è di buono e combattere quello che non mi sta bene anche quando sembra tutto impossibile, perchè varrà sempre la pena provarci e provarci ancora, anche per mantenere fede a me stesso ed in quello che credo.
Se oggi sono quello che sono, lo devo anche a lui. Per molti non sarò un granchè, ma a me, per molti aspetti, non dispiace essere così, mi ha fatto vincere paure che se non fosse stato per lui non avrei mai superato. Avevo il terrore dell’acqua e lui mi ha accompagnato per mano per tre anni fino a quando sono stato in grado di arrivare da un bordo ad un altro di una piscina e tutto questo il sabato mattina durante le normali ore di scuola. Ora nuoto quasi tutti i giorni e non riesco ad immaginarmi una vita senza andare a nuotare. Mi ha insegnato ad amare la natura, a rispettarla e a nutrirmi delle emozioni che può darmi.
Quando la mia vita ha incrociato la sua, ero un bambino impaurito mandato nella sezione H del maestro Manzi per punizione ed è stato una delle mie più grandi fortune.
Il mio unico rammarico è quello di non essere mai riuscito a dirgli grazie, che ho capito la sua lezione di vita. Questa mia testimonianza è solamente un piccolissimo modo per dirgli quanto il suo lavoro sia stato importante per me e per tanti altri come me. Non scorderò mai il tuo abbraccio e le tue parole e non scorderò mai la forza e la sicurezza che riuscivano a darmi:
Grazie Alberto.

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Luca Cersosimo
Ex-alunni scrivono
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31 Gennaio 2019

9 aprile 2010

Sono Luca Cersosimo, ex alunno di Alberto. Oggi ho 45 anni e lo ricordo sempre come mio maestro di vita: E’ STATO IL MAESTRO. Non un maestro. Nella mia borsa di lavoro ho una copia della lettera che ci ha scritto in quinta elementare; quando ogni tanto ho modo di leggerla non riesco a trattenere la commozione. Sono passati circa 40 anni dalla mia prima elementare ed ancora oggi ho vivo il ricordo di quel periodo fantastico. Mi rendo conto, sempre più spesso che il mio atteggiamento nei confronti della vita quotidiana e del conoscere, lavorare, agire, si riconducono a quello che lui ci ha trasmesso. 
Lui ci ha EDUCATI NON ADDESTRATI, come spesso accade nelle scuole di oggi, appunto a 40 anni di distanza. 
Oggi sono padre di due splendidi bambini e per il più grande era arrivato il momento di cominciare a pensare alla scuola.Quando con mia moglie abbiamo cominciato a domandarci che tipi di scuola scegliere per nostro figlio, non nascondo che la valutazione è stata difficile e non priva di contrasti. E’ stata lei stessa a farmi riflettere sul fatto che io avevo avuto come maestro Alberto Manzi e che non esisteva nulla di paragonabile. 
La nostra scelta è andata ad una scuola Steiner. Quaranta e più anni addietro Alberto Manzi era guidato anche da questa pedagogia. 
Il suo modo di insegnare era un sinergismo di pensieri pedagogici. Un integrale di pensieri volti allo sviluppo psicopedagogico dei bambini. Ovviamente anche lui come tutti avrà avuti i suoi limiti e difetti: parliamo sempre di un essere umano. Quando sbagliava chiedeva scusa. Ci ha insegnato il rispetto per il prossimo. Non è poco.
La cosa drammatica è che oggi nelle nostre scuole siamo tornati indietro di 100 anni.
Ho avuto modo di rincontrarlo quando già svolgevo la mia professione. Ho sempre vivo il suo ricordo e la ….. non posso dire saggezza in quanto non ci elargiva perle di saggezza, ma ci stimolava a ragionare con ” quel nostro macinino che è il nostro cervello”. Grazie per avermi fatto raccontare una briciola di vita con Alberto Manzi.

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Paola Perini
Ex-alunni scrivono
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31 Gennaio 2019

15 febbraio 2010

Mi chiamo Paola Perini, abito a Luzzara di Reggio Emilia. Ho 53 anni.
Sono figlia di un’insegnante elementare che, quando ero in età prescolare, ritenne opportuno non insegnarmi a leggere e scrivere. Temeva, in qualche modo, di condizionare l’insegnamento della sua collega che sarebbe stata la mia maestra della 1^ classe elementare.
Alle mie ripetute richieste, lei rispondeva che ci avrebbe pensato la mia maestra; se lei mi avesse insegnato a scrivere secondo il suo metodo, la mia maestra avrebbe trovato più difficoltà ad insegnare secondo il suo.
Smaniosa di imparare, forse un po’ in competizione con mio fratello che, a differenza di me, veniva seguito per i compiti da mia madre, decisi che avrei fatto  “da sola”.
Mi venne in soccorso mia nonna materna che non aveva studiato oltre la quinta elementare. Di fronte alle mie rimostranze per il rifiuto della mamma, mi disse che lei non era una maestra e non mi poteva insegnare a scrivere, ma che avremmo imparato insieme guardando la televisione.
Cominciò così una splendida avventura. Io e la nonna di pomeriggio, quaderno e matita alla mano, davanti alla televisione a seguire “Non è mai troppo tardi”. Quasi in segreto.
A fine anno sapevo perfettamente leggere e scrivere e “far di conto” e convinsi mia madre a fare gli esami per passare direttamente alla seconda elementare.
Li superai e scrissi una lettera a Telescuola per comunicare la notizia al “mio” maestro Manzi. 
Nel tempo mi sono laureata in giurisprudenza, sto prendendo una seconda laurea in economia ma…..continuo a pensare che il mio migliore insegnante, quello che mi ha dato di più sia il maestro Alberto Manzi
Conservo appese nel mio ufficio due lettere di TELESCUOLA datate 31 gennaio 1962 e 21 giugno 1963.

La seconda ha questo contenuto :
Cara Paola, particolarmente gradita ci è giunta la tua letterina del maggio scorso.Siamo lieti che tu abbia tratto profitto dalle nostre lezioni e ci congratuliamo per i buoni risultati raggiunti a scuola. Il maestro Manzi si unisce a noi nell’inviarti un sincero plauso e tanti cari saluti.

Purtroppo non ho copia dei miei scritti, so che inviai delle mie foto, perchè nella prima letterina mi si ringrazia per il loro invio. Quanto vorrei ritrovarle!
Con questa lettera, con la stessa emozione di quando aspettavo con la nonna Paolina l’inizio della trasmissione “Non è mai troppo tardi” vorrei testimoniare la mia riconoscenza al maestro Manzi.
Il successo della mia “avventura” con lui mi ha dato, nel proseguo della mia attività di studente, la fiducia nelle mie possibilità. Quante volte mi sono detta ” se ho imparato a scrivere guardando la televisione, ce la farò”
Grazie al maestro Manzi e a chi ne conserva il ricordo.

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Massimo Costa
Ex-alunni scrivono
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30 Gennaio 2019

6 dicembre 2009

Il mio nome è Massimo Costa e ho avuto come maestro elementare Alberto Manzi. Mi riferisco agli anni 1958/1961 ( terza/quinta elementare) nella scuola Fratelli Bandiera di Roma. È stato un maestro stupendo, un vero educatore. Aveva un modo di insegnare diverso da quello degli altri insegnanti, era almeno trent’anni avanti rispetto agli altri. E nonostante tutto era criticato da alcuni genitori “con i para occhi” perchè non insegnava con il sistema tradizionale. Ho 59 anni e ancora ho un ricordo, del mio insegnante, indelebile e lo ringrazio per i suoi insegnamenti. Quando ho visto il vostro sito con l’intervista al “mio” maestro sono ritornato indietro negli anni e per un attimo sono ritornato fanciullo. Ancora ho la pelle d’oca. Mi reputo un fortunato e quando si parla di lui dico sempre con orgoglio ” Lui è stato il mio maestro “. Fino agli anni  ’85 ci vedevamo qualche volta in quanto abitavamo entrambi nella zona di Piazza Bologna a Roma.
Nel ’92 ricevo una telefonata in ufficio. Era Lui. Non potete immaginare la gioia nel sentirlo. Pochi giorni dopo ci siamo rivisti e abbracciati come padre e figlio. Purtroppo con la sua morte ha lasciato un vuoto in tutti noi. Ma non sono triste!! Perché ho dentro la gioia di averlo “avuto” e resterà sempre indelebile dentro il mio cuore. Spero che anche di lassù possa essere d’insegnamento a tutti coloro che avranno il piacere di ascoltarlo.

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articolo . 1
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29 Gennaio 2019

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